top of page
  • Immagine del redattoreSelene_0309

Recensione di "Gabbia del re"

Aggiornamento: 7 apr 2020

Ben trovati miei cari lettori, ed eccoci arrivati alla recensione del terzo libro della saga "Regina Rossa".

Considero "Gabbia del re" il libro più importante di tutta la saga, perché è proprio adesso che verra' approfondito il personaggio di Maven, che ormai avete capito essere il vero antagonista della storia, così come ci avvicineremo ad un personaggio che io definisco "frainteso" e sopratutto assisteremo al vero punto di maturazione del personaggio di Mare e allo sviluppo del suo rapporto con Cal.

Per parlarvi bene dei personaggi che qui tratterò, dovrò fare degli spoiler, quindi eccovi avvisati.

Sarà una recensione abbastanza lunga, per cui non mi resta che mettermi al lavoro e augurare una buona lettura a tutti!

In questa recensione vorrei concentrarmi più sui personaggi che sulla trama, per due principali motivi: prima di tutto perché questo romanzo, assieme a "Tempesta di Guerra" è il più carico di azione, dove gli eventi si susseguono l'uno dietro all'altro, ragion per cui se vi parlassi troppo dettagliatamente della trama rischierei davvero di rovinarvelo. In secondo luogo, come ho già detto, assistiamo ad un punto di svolta per alcuni personaggi, il che per un lettore è molto interessante e merita di essere discusso.

Ci tengo a ribadire che per me la caratterizzazione dei personaggi e la credibilità che l'autore conferisce loro, attraverso i gesti, la personalità, le motivazioni e le azioni, occupano uno dei posti d'oro della mia scaletta di valutazione di un romanzo.



-Titolo: Gabbia del Re

-Autore: Victoria Aveyard

-Casa Editrice: Mondadori

-Numero di pagine: 473

-Prezzo in euro: 19,90

-Anno di pubblicazione: 2017

-Reperibilità: Alta (sia online che in libreria)






"Il fuoco divorerà tutto."


LE APPARENZE INGANNANO

Questa frase direi che riassume alla perfezione la bella facciata di Maven, che nel terzo romanzo vediamo in tutto il suo oscuro, reale fulgore.

Per chi non avesse letto le mie precedenti recensioni rispondo ad una domanda base: chi è Maven?

Maven Calore è il figlio del defunto re di Norda, Tiberias Calore VI, nato dal secondo matrimonio del re con la bella e spietata Elara, la regina sussurrante del casato Merandus. E' il fratellastro di Cal, con il quale ha sempre avuto un rapporto affettuoso ma subordinato. Non essendo il primogenito, infatti, non spetterebbe a lui la corona fiammeggiante del regno di Norda, tuttavia sappiamo che le cose sono andate diversamente. Elara è riuscita nel suo piano e, nonostante sia consuetudine provare antipatia per i cattivoni di una storia, desidero comunque farle un applauso.


Chiedo scusa agli amanti della figura dell'eroe protagonista, ma molto spesso mi trovo a simpatizzare parecchio con i loro nemici. Dopotutto in ognuno di noi c'è un pizzico di malvagità ed egoismo, giusto?

Tornando al nostro Maven, egli ci viene presentato nel primo libro come un personaggio positivo, un ragazzo che, come la protagonista è vittima degli eventi e non può far altro che assecondare la volontà di suo padre, accettando Mare come sua futura sposa e contribuendo ad inserirla clandestinamente all'interno della corte argentea, sotto la falsa identità di principessa scomparsa di nome Mareena Titanos.

Un personaggio, insomma, con cui si tende a simpatizzare fin da subito, poiché si mostra gentile nei confronti di quella ragazzina spaesata dal sangue rosso, più aperto di mente rispetto al fratello, più attento e riflessivo, condivide con la protagonista la frustrazione di trovarsi in una situazione che non gli piace (essendo il secondogenito avrebbe potuto godere almeno della libertà di potersi scegliere da sé la propria compagna) e sembra, inoltre, riluttante nell'accettare le condizioni in cui suo padre continua a regnare su argentei e rossi. Sembra così sinceramente preso da Mare, tanto che arriva ad infiltrarsi con lei nella Guardia Scarlatta per passare loro importanti informazioni e dare il suo contributo nella lotta per i diritti dei rossi. In alcuni dialoghi con la protagonista e in alcune scene nel primo libro è arrivato a sembrarmi persino tenero ed empatico.

Cito un frammento del primo libro per darvi l'idea.


"Il suo bacio è completamente diverso...Maven sembra più disperato e si sorprende tanto quanto me. Sa che sto andando a fondo, come una pietra nel fiume. E vuole annegare insieme a me.

-Sistemerò le cose- mormora sulle mie labbra. Non ho mai visto tanta luce e tanta durezza nel suo sguardo.

-Non permetterò che ti facciano del male. Hai la mia parola.-"


Alla luce di tutto ciò che Victoria Aveyard ci lascia scorgere nel primo libro, ho avuto dinnanzi a me il giovane ingiustamente destinato a vivere all'ombra del fratello maggiore, il principe dimenticato, che sembra essere persino migliore di Cal, il quale ci appare attaccato all'ordine costituito da suo padre, tanto da subire diverse sfuriate e rinfacci dalla stessa Mare.

Mi è sembrato di assistere ad una scena già vista, con il fratellino insignificante che si mostra più intelligente e di gran lunga migliore del principe ereditario, ma che per sua sfortuna è nato secondogenito.

Ho assaporato tutti questi momenti idilliaci di questo personaggio, dove per un attimo lui e Mare mi sono sembrati davvero un bel duo di eroi...e poi, come potete immaginare, ricevetti il colpo in pieno volto alla fine del primo libro.



Eh si, perché come ho già detto questa saga ha la capacità di sorprendere per quanto riguarda i personaggi.

Tutte le mie opinioni iniziali e le mie aspettative si sono sgretolate nel momento in cui Maven si è rivelato non solo il complice dell'infida Elara, ma un suo strumento a tutti gli effetti. E' stata lei a far infiltrare il figlio nella Guardia Scarlatta apposta per anticipare la mossa dell'organizzazione, servendosi di lui come un registratore, che puntualmente "sbobinava" con i suoi poteri mentali di sussurrante per venire a conoscenza di tutto quanto.

A questo punto mi direte: "E allora? Se è stata Elara a creare tutto il casino Maven resta comunque innocente, proprio perché le sue azioni sono manipolate da qualcun altro."

In realtà non è così semplice.

Forse, alla fine della fiera, il vero cattivo della situazione è davvero Elara e Maven è solo il prodotto delle sue azioni terribili. Potrei tirare queste conclusioni e chiudere qui la recensione, tuttavia c'è stato un dettaglio nel primo libro che mi ha fatto intuire la complessità del personaggio che si sarebbe infine rivelata.

Durante l'uccisione del re, Maven non era sotto il controllo di Elara. Avrebbe potuto tranquillamente agire, ma non l'ha fatto e questa scelta costituisce il punto focale che lo colloca nel ruolo di antagonista. Possiamo essere influenzati e costretti quanto ci pare e da chi ci pare, ma se davvero queste costrizioni ci portano a commettere azioni che vanno contro la nostra vera natura, appena ci si presenta una via di fuga, anche minuscola, siamo portati ad agire secondo la nostra vera indole, rivelandoci per ciò che davvero siamo.

E Maven, mi duole molto dirlo, non fa parte della schiera degli eroi.

Ora che ho fatto tutto questo lungo excursus introduttivo posso riagganciarmi al terzo libro.

Dopo la fuga di Mare e Cal e le missioni che intraprendono per salvare i novisangue, qualcosa va storto. Grazie ad una mossa astuta, Maven riesce a catturare Mare, esibendola pubblicamente come la spia nemica da assicurare alla giustizia e sfogando su di lei la sua sete di vendetta, data dall'esito dello scontro finale tra lei, Cal ed Elara.

Mare viene incatenata con la terribile pietra silente, che annulla i poteri di chi si trova nelle sue vicinanze, causandole dolore sia fisico che mentale e rinchiusa in una stanza lussuosa, con tutti i comfort possibili a disposizione. Un paradosso che, tuttavia, la dice lunga sulle intenzioni di Maven.

Non vuole ucciderla, ma soltanto punirla e, cosa più importante, tenerla accanto a sé. La prigionia di Mare e i momenti di dialogo in cui si confronta con questo personaggio occupano una fetta importante della trama.

E qui cominciamo a sviscerare per bene il nostro principe oscuro.


"Non faccio che fissare il ragazzo sul trono.

E' terrorizzato. I mostri sono ancora più pericolosi quando hanno paura."


NON TUTTO CIO' CHE E' STATO ROTTO PUO' ESSERE RIPARATO

Come ho già detto la condizione di questo personaggio è controversa. Maven, in un certo senso, può essere definito sia vittima che carnefice. E' un ragazzo che ha subìto l'influenza manipolatrice di Elara fin dall'infanzia, conseguenza delle ambizioni sfrenate e senza limiti della regina. Lei doveva essere al pari, se non superiore, della prima moglie di re Tiberias e altrettanto pari, se non superiore, doveva essere il figlio da lei partorito, che secondo i suoi piani avrebbe scalzato l'erede al trono, ovvero Cal.

Maven, in realtà, non è mai stato libero di essere se stesso e non sono nemmeno sicura che Elara gli abbia lasciato sviluppare almeno uno stralcio di personalità propria. Come sarebbe possibile, mi sono chiesta, con una persona che ti manipola ed entra nella tua testa giorno dopo giorno, fin da quando eri un bambino?

Per farvi capire vi servo qui un assaggio molto amaro di questo dialogo:


"-Ero solo un bambino e lei si è introdotta nella mia mente come un carro armato. Mi ha fatto alzare, camminare e cadere ogni giorno, finché non ho iniziato a piangere tutte le volte che entrava nella stanza. Finché non ho imparato a fare da solo. Per paura. Ma neanche così andava bene. Un bambino che piange ogni volta che la madre lo prende in braccio?- scuote la testa -Alla fine si è portata via anche la paura.- si rabbuia -Come molte altre cose.-"


Già soltanto queste frasi ci bastano per comprendere di aver a che fare con un personaggio preso e smontato come una macchina. Un personaggio incompleto, fuori da sé stesso, costruito ad arte per realizzare un disegno ideato da qualcun altro. E' come avere tra le mani un vaso che è stato rotto e poi rincollato con cocci che non gli appartenevano originariamente, ma che risultavano migliori agli occhi di chi l'ha "rimesso a posto".

Tutto ciò ci mostra il suo lato di vittima e quello di carnefice?

Come ho già detto, Maven ha avuto delle possibilità di scegliere davvero, anche se molto rare. Avrebbe potuto fermare Elara e impedire la morte di re Tiberias, ma non l'ha fatto. Una volta divenuto re avrebbe avuto il potere di cambiare la situazione, sopratutto con Elara uscita dalla scena nel terzo romanzo, ma non l'ha fatto.

Avrebbe potuto risparmiare tutto quel dolore a Mare e ad altre persone, ma non l'ha fatto e quel che è peggio è che non avremo mai la certezza se sia perché davvero sua madre ha estirpato dal suo cuore ogni sentimento benefico che poteva salvarlo, o se seguire la follia di Elara sia stata anche una sua scelta.

Elara è riuscita a distruggere anche il rapporto che inizialmente c'era tra suo figlio e Cal. Maven è consapevole di aver voluto bene al proprio fratello, ma questo sentimento fraterno si è irrimediabilmente trasformato in un'ossessiva rivalità che lui sente di avere con Cal, talvolta assumendo sfaccettature contraddittorie. Se da un lato Maven ammette che suo fratello sia tutto ciò che lui non riesce ad essere, dall'altro gli rinfaccia di saper soltanto eseguire gli ordini e di essere incapace di prendere qualsiasi decisione, cosa per la quale Maven, al contrario, non ha problemi.

Particolarmente marcio è il tipo di legame che questo personaggio ha con Mare, un legame malato e guasto, ma che nonostante tutto c'è ancora e Maven ci si aggrappa talvolta con rabbia, talvolta con disperazione, come se, tornando per un istante il ragazzo che l'autrice ci aveva mostrato nel primo libro, vedesse in Mare l'unica persona in grado di salvarlo dalla follia più totale, l'unica persona di cui ha conservato intatti ricordi e sensazioni.

Dalle pagine del romanzo si evince che Maven provi qualcosa che si può definire amore verso Mare, ma è un amore malato, tossico, opprimente e pericoloso, il cui confine con l'ossessione è molto sottile.

Forse, mi sono detta, ciò che davvero fa passare questo personaggio nella schiera degli antagonisti è il fatto che non si ribella a tutto ciò che sua madre gli ha inferto, anzi, sembra accettarlo come se quello fosse l'unico destino per lui possibile.

Maven Calore è un personaggio che secondo me è davvero ben costruito, con tutti i suoi tormenti interiori, i suoi lati oscuri e i pochi lati luminosi che ho visto e che, durante la lettura degli altri libri, mi hanno fatta riflettere su ciò che avrebbe potuto essere, ma che purtroppo si è evoluto in maniera diversa e sul concetto, ahimè triste ma vero, che non tutte le persone al mondo possono essere salvate e non tutto il male può essere estirpato.


"-Come puoi essere ancora così?...Ti sei liberato di lei. Tu...non dovresti più essere suo figlio.-

Mi afferra il mento con forza e mi costringe al silenzio...vorrei cadere per sfuggire alla sua presa...mi allontana con una spinta. Io barcollo e atterro su un ginocchio.

"-Sono come lei mi ha fatto- sussurra e mi lascia lì."



LA RIVALSA DI EVANGELINE

Questo è anche il romanzo in cui mi sono ricreduta particolarmente sul personaggio di Evangeline Samos, che fino a metà di questo libro sembrava provare talmente tanto odio nei confronti di Mare da volerla uccidere e non nego il fatto che, se avessi potuto entrare dentro alla storia, l'avrei presa volentieri a sberle.

Seguendo la trama, Maven si trova costretto ad un certo punto a stipulare una tregua con Re Orrec Cygnet delle terre lacustri, in modo da far guadagnare a Norda degli alleati per fronteggiare sia la ribellione della Guardia Scarlatta, ormai divenuta una questione di proporzioni gigantesche, sia la Repubblica di Monforte.

L'alleanza, come tutte quelle tra grandi re che si rispettino, viene suggellata dal matrimonio tra Maven e la secondogenita di Orrec, Iris, prendendo il posto di Evangeline la quale, una volta spodestato Cal era passata ad essere la promessa sposa di Maven. A questo punto la magnetron comincia a riflettere sulla propria condizione di figlia, usata dal padre come mezzo per ottenere un potere che va ben oltre la regione degli Squarci (il territorio governato dai Samos) e, più in generale, di ragazza assolutamente priva della libertà di poter decidere pienamente della sua vita e stare con la persona di cui è da sempre innamorata persa...

Il suo momento di rivalsa comincia quando, durante il matrimonio tra Iris e Maven, scoppia l'insurrezione della Guardia Scarlatta, guidata da Farley e da Cal per liberare Mare. Evangeline viene incaricata dal re di Norda di condurre la protagonista lontano dalla battaglia che imperversa ma, non appena l'occasione giusta si presenta, la magnetron uccide le guardie silenti che tengono costantemente Mare sotto l'influsso della loro abilità e libera la sua nemica, facendole promettere di non vendicarsi di suo fratello Ptolemus Samos, responsabile della morte di Shade Barrow nel secondo libro.

Questo passaggio mi ha colpita e ho cominciato proprio da qui a riflettere sul personaggio e a rivalutarlo. La maschera di superbia e spavalderia che Evangeline aveva indossato fino a quel momento finalmente è caduta, scoprendo una ragazza con le proprie paure, le proprie speranze e le proprie debolezze, che tenta disperatamente di proteggere le persone che ama, in un mondo che sta per essere consumato dalla guerra. Liberando Mare e disobbedendo a un ordine del suo re, Evangeline ha scelto di schierarsi contro Maven e di conseguenza contro tutto ciò in cui la sua famiglia l'ha sempre spinta a credere e ad anelare.

Ritengo oltretutto che sia l'unico personaggio in grado di comprendere il dissidio interiore di Cal, che alla fine del romanzo dovrà fare una scelta difficile.


"Evangeline mi afferra il mento e mi obbliga a guardarla. Non l'ho mai vista così disperata, nemmeno nell'arena. Il suo sguardo vacilla e le trema il labbro inferiore

-Hai perso tuo fratello. Non prenderti il mio.-"


AMORE E POTERE

Una volta tornata tra le fila della Guardia Scarlatta, Mare riabbraccia la sua famiglia e finalmente vediamo sbocciare l'amore tra lei e Cal, anche se il tira e molla tra i due continuerà fino alla fine della saga, il che non mi stupisce. D'altronde sono entrambi due testoni.

A questo punto della trama compare un personaggio mai visto prima: Anabel Lerolan la nonna paterna di Cal, che preme affinché il nipote combatta per riconquistare il trono che legittimamente è destinato ad essere suo e porre fine al dominio di Maven.

Anabel è una donna feroce e determinata, come qualsiasi potente argenteo che si rispetti, ed è spalleggiata da tutti quei casati che si sono rifiutati di giurare fedeltà al figlio di Elara e da Volo Samos, che nel frattempo si è autoproclamato re degli Squarci, approfittando della situazione di debolezza di Norda.

Cal, dal canto suo è innamorato di Mare e l'ultima cosa che vorrebbe è perderla, tuttavia per lui, come anche per Evangeline è difficile rinunciare a qualcosa per la quale sei sempre stato preparato fin dalla nascita.

Cal è nato per essere re ed è cresciuto con l'idea radicata di dover proseguire il regno di suo padre, con la convinzione che il suo sia un destino al quale non può sottrarsi in alcun modo. Il nostro principe esiliato dovrà fare una scelta, tra l'amore che prova per Mare e il potere che gli è necessario per contrastare Maven e ripristinare l'ordine nel regno.


"-Avete intenzione di trasformami in un re senza il mio consenso?-

Anabel non ha paura della fiamma e gli afferra di nuovo il viso -Non ti trasformeremo proprio in un bel niente. Ti aiuteremo soltanto ad essere quello che sei. Tuo padre è morto per la corona e tu vuoi gettarla via? Per chi? Abbandonare il tuo paese? Per cosa?"


Se i primi due libri della saga erano caratterizzati da un ritmo lento, qui si decolla come su una pista aerea. "Gabbia del re" è il romanzo della saga che preferisco maggiormente, proprio in virtù di questo focus enorme che l'autrice fa sui personaggi, sulle loro vicende, le loro emozioni, i loro tormenti interiori, il tutto accompagnato da una narrazione dai toni più cupi rispetto ai primi due libri.

Mi è piaciuto il fatto che per non rendere monotona la narrazione, altrimenti incentrata solo sulla prigionia di Mare, siano stati inseriti altri punti di vista come quello di Evangeline e di Cameron, una dei novisangue salvati dalla Guardia Scarlatta.

Per quanto riguarda la protagonista, beh, le ferite e l'esperienza hanno dato i loro frutti, trasformandola in una persona più consapevole di sé stessa e del mondo che la circonda e ancora più motivata a lottare affinché la disuguaglianza tra rossi e argentei abbia fine.

Detto questo, la recensione termina qui (perché se non le do una conclusione adesso, credetemi, ci sarebbe da parlare di questo libro per giorni e giorni). Come sempre ringrazio tanto chi ha avuto la pazienza e la curiosità di leggerla.

Trascorrete una piacevole serata e...alla prossima recensione!

















22 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page