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Una recensione di benvenuto

Aggiornamento: 7 apr 2020

Per inaugurare questo mio piccolo blog ho scelto di portarvi la mia recensione di una saga che ho letto e amato. Troverete ogni mia recensione corredata dall'immagine di copertina del libro, scheda bibliografica con le informazioni tecniche e la reperibilità. Devo avvisare tutti i lettori che tendo a fare qualche spoiler nelle mie recensioni, al fine di sviscerare alcuni punti che ritengo essere importanti. Per tutti gli impavidi che non hanno paura dei terribili spoilers, auguro una buona lettura e porgo il mio benvenuto nel giardino di Selene!



La saga che ho scelto di recensire è "Regina Rossa" della scrittrice statunitense Victoria Aveyard, una serie di quattro romanzi principali, più due raccolte di storie che ha fatto faville in America e che ha riscosso un bel successo anche qui in Italia. Confesso che ho desiderato leggere questa saga fin dal primo giorno in cui la vidi per gli scaffali della sezione fantasy in libreria. Devo anche ammettere che il titolo del primo libro e la copertina mi ispirarono già di per sé ad acquistarlo, nonostante il caro vecchio detto "non giudicare un libro in base alla copertina" da cui tutti, chi più chi meno, siamo influenzati. Leggendo la sinossi mi diede l'impressione di una storia un pò adolescenziale in un mondo fantasy distopico, con ovviamente un bel pò di inciuci amorosi tra i personaggi, contornati da una serie di complotti che avrebbero poi sancito il divenire della trama...e avevo ragione.

Dunque, eccovi servita la recensione del primo romanzo di "Regina Rossa"!

-Titolo: Regina Rossa

-Autore: Victoria Aveyard

-Casa Editrice: Mondadori

-Numero di pagine: 430

-Prezzo in euro: 12,50 -Anno di pubblicazione: 2015 -Reperibilità: Alta (sia online che in libreria)


"D’ora in poi, sei rossa nella mente, ma argentea nel cuore. Da qui fino alla fine dei tuoi giorni, dovrai mentire. La tua vita dipende da questo..."

IL COLORE DEL SANGUE DECIDE CHI SEI

La nostra protagonista è Mare Barrow, una ragazzina che vive con la sua famiglia a Palafitte, un piccolo villaggio fangoso dove la gente come lei si ammazza di lavoro per guadagnarsi da vivere, al contrario dei signorotti e dei nobili che fanno una vita di lusso alla corte del re. Cosa sancisce qui la disparità sociale? Beh principalmente il colore del sangue, precisamente l'Aveyard distingue nel suo mondo coloro che hanno il sangue argento da coloro che hanno il sangue rosso. Chi ha il privilegio di nascere con il sangue argenteo ha anche la fortuna di sviluppare dei poteri che hanno a che fare con la manipolazione di determinati elementi, il che li rende agli occhi dei rossi degli esseri invincibili simili a divinità. Dall'altro lato chi è nato con il comunissimo sangue rosso non possiede niente del genere e perciò, essendo più deboli degli argentei pur essendo numericamente superiori, vivono negli strati bassi della società, facendo i lavori più umili (servitori, sarti, artigiani, operai, furfanti ecc...) e vivendo spesso in condizioni di assoluta precarietà.

La nostra Mare, infatti, si guadagna da vivere come ladra, borseggiando i malcapitati nella zona del mercato di Palafitte. Facciamo da subito la conoscenza dei suoi famigliari e già da questo punto ho potuto fare un'osservazione sulla caratterizzazione dei personaggi (che personalmente pongo al secondo posto in ordine di importanza dopo la scrittura). Sappiamo attraverso la narrazione della stessa Mare che ha tre fratelli, Shade, Bree, Tramy e la sorella minore Gisa. Veniamo a sapere che Shade e Bree sono stati prelevati tempo fa dall'esercito per prestare servizio militare, che ogni adolescente deve compiere se a diciotto anni non ha un lavoro stabile, mentre Gisa porta a casa il denaro per vivere facendo meravigliosi lavori di sartoria presso una bottega gestita da argentei. La madre è la classica donna di casa, mentre il padre è in congedo permanente dall'esercito per via delle numerose ferite riportate durante la guerra, che lo costringono sulla sedia a rotelle.

Ora, per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, ciò che mi ha lasciata un pò in sospeso per tutta la saga è il personaggio della madre di Mare, che sembra non avere abbastanza spazio. Mi spiego meglio. Per tutta la saga viene dato a questo personaggio un comportamento che mi è sembrato troppo meccanico. Si preoccupa, manifesta fisicamente l'affetto per i figli con baci, carezze...e basta, non dice nulla di significativo o che sia quantomeno interessante nei dialoghi, il che la rende parecchio carente di quel certo spessore che un personaggio (sia esso principale che secondario) deve avere per essere credibile. Per quanto riguarda i due fratelli di Mare, Bree e Tramy, provo simpatia nei loro confronti, ma anche qui il loro comportamento mi appare un pò strano da due ragazzi che bene o male hanno vissuto una situazione di guerra e distruzione sulla loro pelle, non al livello del padre, ma comunque non dovrebbero essere esperienze che ti lasciano segnato?

A me è sembrato che questi due non fossero granché toccati dal loro soggiorno al fronte (il potere argenteo del regno dove ci troviamo, Norda, sta combattendo una guerra con gli abitanti di un altro regno nemico, inviando legioni composte da soldati rossi perché tanto chi se ne frega dei poveracci, mandiamoli pure a morire, tanto sono facilmente rimpiazzabili). Gisa mi sembra, tra tutta la famiglia di Mare, quella che possiede più spessore rispetto agli altri, meno scalmanata rispetto alla sorella, paziente e laboriosa. Altro personaggio che ritengo positivo per la protagonista è quello del padre, anche se apparirà raramente nella saga. In sostanza da questo nucleo famigliare mi aspettavo qualcosa di più, insomma rappresentano il punto di partenza della nostra protagonista.

A rimpolpare le mie aspettative è il migliore amico di Mare, Kilorn Warren, ragazzetto ingenuo che cova dentro di sé una cotta per la protagonista. Hanno un rapporto credibile, con alti e bassi, come lo è una qualsiasi amicizia sana e vera tra esseri umani.


IL POTERE E' UN GIOCO PERICOLOSO

Ad un certo punto della trama, Mare fa la conoscenza di un ragazzo di nome Cal, che le offre l'occasione di trovarsi un lavoro onesto per sfuggire alla leva militare, oramai incombente anche per lei: servire come domestica nella sontuosa residenza estiva del monarca argenteo. Vista la sua situazione, Mare non se lo fa ripetere due volte e si reca nella città dove si trova la reggia, chiamata la Casa del Sole, dove si sta svolgendo un evento importante, ovvero il Torneo delle Regine, dove le rampolle dei casati nobiliari si sfidano con le loro abilità per guadagnarsi il titolo di moglie del principe ereditario e quindi di futura regina di Norda.

Qui abbiamo una prima visione dei potenti casati argentei e dei loro poteri: ci sono gli arroganti magnetron del casato Samos, in grado di manipolare il metallo, gli algidi agghiaccianti del casato Gliacon, i fortebraccia Rhambos e molti altri. Personalmente quello che ho sempre apprezzato di questa saga è una suddivisione così rigida tra le famiglie di nobili argentei, dove ognuno di loro controlla un territorio del regno, ognuno di loro ha il proprio potere che lo rappresenta. In questo modo non ci può essere una vera e propria disparità tra gli argentei, tra chi ha poteri belli e chi poteri scrausi, vince semplicemente chi è più forte o più furbo nell'utilizzare le proprie capacità. Possono fare un'eccezione gli Arven, chiamati silenti, proprio perché hanno il potere di disattivare le abilità degli altri argentei, rendendoli persone normali fintanto che si trovano sotto il loro raggio d'azione.

Durante questo torneo accade il primo climax del nostro romanzo. A causa della violenza dello scontro tra le giovani argentee, una parte dell'arena dove si svolge l'incontro crolla e Mare, che accidentalmente si trovava li per svolgere il servizio, cade sulla rete elettrificata di sicurezza che separava gli spalti dall'arena. L'accaduto non solo non la uccide ma risveglia in lei un potere che la porta ad essere al pari di qualunque argenteo...pur essendo una rossa.

Da qui ha inizio il delirio. Mare viene condotta al cospetto del re e della sua famiglia, dove scopriamo che il nostro Cal è nientemeno che il primogenito Tiberias Calore Settimo, principe ereditario del regno di Norda. In questo punto del romanzo compare un personaggio che ho adorato, ovvero la regina Elara Merandus, la moglie di Tiberias e madre del fratellastro di Cal, Maven (su di lui farò un discorso molto approfondito quando vi parlerò del terzo libro, vista l'importanza e la particolarità che possiede questo personaggio). Elara è una donna scaltra, calcolatrice e altezzosa, assolutamente consapevole del proprio potere e delle proprie ambizioni, tanto da spingersi oltre i limiti che io definirei moralmente umani. Il suo è il casato dei sussurranti (il potere che preferisco in assoluto), coloro che possono entrare nella mente, leggerne i pensieri e manipolare la vittima con le loro capacità psichiche, talvolta fino a farla impazzire.

Delle tremende abilità che possiede questo personaggio ne abbiamo un assaggio anche in "Cruel Crown", la prima raccolta contenente due racconti, disponibile insieme a "Broken Throne" solo in inglese, perché entrambi sono inediti in Italia. Di ogni romanzo che leggo mi piace incentrarmi molto sulla figura dell'antagonista, perché secondo me è quello il personaggio che da sapore e sostanza alla trama e al romanzo e che indirettamente conferisce importanza all'eroe della situazione. Pensateci, se l'antagonista con cui si deve misurare il protagonista è un completo idiota viene in parte smentito anche il mazzo che ci si è fatti per sconfiggerlo, no? Di Elara mi è piaciuto molto il fatto che è sempre riuscita a stare un passo avanti rispetto agli altri, nascondendo i suoi reali intenti dietro la maschera di moglie e regina perfetta, riuscendo con crudele successo nel suo piano...


"Come ogni moglie odia il marito per averla contradetta e, come ogni regina, odia il potere che il re detiene su di lei."


CHIUNQUE PUO' TRADIRE CHIUNQUE

Tornando alla trama, siccome è impensabile per gli argentei lasciar libera una ragazza rossa ma che tutto ad un tratto ha manifestato un potere che di norma solo un argenteo può possedere, il re, su consiglio della splendida Elara, prende questa decisione: Mare vivrà con loro a palazzo sotto la falsa identità di Mareena Titanos, figlia di un generale argenteo morto in battaglia e come futura sposa del principe Maven fino a data da destinarsi, o meglio fino a quando non si sarà deciso cosa farne di lei. Nel frattempo Mare viene strappata dalla sua casa e dalla sua famiglia, rivestita di abiti sontuosi e bombardata di insegnamenti su tutto ciò che le serve per imparare a comportarsi come una principessa argentea, in modo da celare quello che, se si rendesse pubblico, causerebbe senz'altro la reazione della gente e della Guardia Scarlatta, un gruppo di rossi che cercano di ribellarsi al sistema di governo di Norda (praticamente una versione fantasy dei partigiani ai tempi della guerra).

Mentre gli eventi si susseguono, Mare si ritrova a contatto diretto con il mondo degli argentei, un mondo spietato, fatto di intrighi, tradimenti e rapporti di pura convenienza, in cui ognuno cerca di tirare quanta più acqua possibile verso il proprio mulino, nascondendo il tutto dietro un muro di perbenismo e cordialità. Facciamo la conoscenza di quelli che, secondo il punto di vista di Mare, sono i suoi nemici. La superba Evangeline Samos, il sapiente Julian Jacos, la guaritrice Sara Skonos e molti altri. Da questo momento della lettura ho capito che questa è anche una saga in grado di sorprendere il lettore. Man mano che gli eventi scorrevano tra le pagine del libro, ho avuto modo di conoscere più profondamente molti personaggi che a prima vista avrei preso volentieri a randellate sui denti, ma di questo ne parlerò meglio nella recensione del terzo e del quarto libro.

Nella corte degli argentei, Mare si sente come un agnello in un branco di lupi, consapevole di essere controllata in qualsiasi cosa lei faccia e in questo contesto abbiamo modo di vedere sia la crudeltà di cui è capace un argenteo, sia il pericoloso pregiudizio che può radicarsi in un rosso.


"Nelle favole, la ragazza povera sorride estasiata, quando diventa principessa. In questo momento, non so se tornerò mai a sorridere."


Non mi dilungherò oltre sul raccontarvi gli eventi che si sviluppano nella trama durante il soggiorno della nostra Mare alla corte argentea. Non voglio togliervi il gusto di leggere e vivervi la storia completa da voi. Faccio giusto qualche appunto sulla protagonista. Mare, come abbiamo già detto è una ragazzina poco meno che diciottenne, cresciuta in un contesto dove se non si mostrano i denti e le unghie si soccombe senza pietà. E' una ragazza sveglia e alla mano, il cui modo di fare viene giudicato rozzo dagli argentei che la circondano e la vedono al pari di un animale da addomesticare. Inizia il suo percorso cercando di migliorare la sua vita, cogliendo l'occasione fornitale da Cal e in parte lo fa anche per risparmiare ai genitori l'angoscia di avere un altro figlio in guerra al fronte.

In questo romanzo non viviamo la protagonista al completo, perché in un certo senso Mare non è completamente padrona delle sue azioni, viene trascinata dagli eventi che si susseguono in maniera inaspettata, si aggrappa all'amicizia di Cal e di Maven, gli unici che le sembrano sinceramente preoccupati per lei e che sono intenzionati ad aiutarla davvero, la vediamo precipitare in basso quando scopre un tradimento che intaccherà non solo lei ma anche Cal e preoccuparsi di come potrebbe cambiare il suo rapporto con Kilorn e con la famiglia quando questi verranno a sapere dei suoi poteri e della situazione in cui si trova a sottostare. Personalmente ritengo che la vera verve di questo personaggio, le sue vere capacità e il suo modo di affrontare le situazioni, insieme a tutto il suo percorso di crescita lo troviamo a partire dal secondo libro. Il primo lo considero più una lunga introduzione su tutta la situazione che circonda i protagonisti e il contesto in cui si trovano immischiati, la porta d'ingresso al vero cuore della saga, dove gli eventi scorrono come un fiume in piena tra le pagine, perciò mi scuso se non uscirà fuori una recensione tanto lunga. Ho apprezzato la scrittura in prima persona, perché grazie al fatto che il lettore vede eventi e personaggi con gli occhi e la mente di Mare (e non solo lei a partire dal terzo libro) ci da il tempo di venire piacevolmente ingannati su alcuni fatti e perciò di ricrederci su alcuni personaggi importanti della saga. Strutturalmente mi sembra una saga valida e ben riuscita, che consiglio caldamente a chi vuole provare un fantasy distopico ma assolutamente non pesante.

Bene, la mia prima recensione di questo blog termina qui.

Spero che vi sia piaciuta e che continuerete a seguire le altre, che settimanalmente pubblicherò qui.

Un abbraccio a chiunque leggerà e al prossimo libro!



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