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5 fiabe dei fratelli Grimm che probabilmente non conosci

Aggiornamento: 7 apr 2020

Buonasera carissimi lettori,

eccoci di nuovo qui, stavolta con una classifica dedicata alle fiabe dei fratelli Grimm. Oggi non vi parlerò delle fiabe classiche, amate e ormai conosciute da tutti, per cui dimenticate per un istante Cenerentola, Biancaneve, Raperonzolo e la Bella Addormentata, perché stasera vorrei parlarvi di alcune fiabe decisamente meno conosciute ma che personalmente ho amato tanto quanto le altre. Premetto che non vi racconterò le fiabe per filo e per segno, altrimenti ne uscirebbe un articolo davvero troppo lungo, ma aggiungerò ad ogni storia un piccolo commento di analisi.

Buona lettura a tutti!

Ah, i nostri carissimi Jacob e Wilhelm Grimm, che cultura europea sarebbe senza le loro fiabe? Naturalmente se tutti i bambini del mondo conoscono alcune di esse è merito solo di Walt Disney, senza il quale a quest'ora non avremmo i cartoni che costituiscono una colonna portante dell'infanzia di molti, sottoscritta inclusa. Tuttavia è bene ricordare e conoscere, almeno non appena si è giunti ad un'età in cui la probabilità di restare traumatizzati da certi dettagli cruenti è decisamente minore, il fulcro originale della maggior parte delle fiabe che ci sono state tramandate nel corso degli anni. I fratelli Grimm, assieme al francese Perrault e all'italiano Basile, sono gli autori principali della trasmissione delle fiabe in Europa, a partire dall'inizio dell'Ottocento. Ovviamente sappiamo tutti che i veri destinatari delle versioni originali delle fiabe non sono i bambini, ma gli adulti, poiché esse contengono messaggi e massime morali che solo una mente ormai formata è in grado di cogliere nel suo più duro realismo, per poi trasmetterla in altri modi ai propri figli.

Per questa classifica terrò sempre accanto a me, come una vera nonnina, il libro "Fiabe" illustrato da Arthur Rackham, che consiglio caldamente a chiunque di voi desideri farsi una bella carrellata di fiabe originali dei Grimm, godendosi allo stesso tempo dei disegni davvero belli. Vi lascio le informazioni tecniche qui sotto.

Bene, miei cari bambini ormai diventati grandi, sorseggiate il vostro latte caldo e mettetevi bene sotto le coperte, perché sto per raccontarvi qualche fiaba in più della buonanotte...



Autori: Jacob e Wilhelm Grimm

Titolo: Fiabe

Illustrazioni: Arthur Rackham

Prezzo in euro: 14,00

Numero di pagine: 420

Casa editrice: Rizzoli (classici BUR deluxe)

Anno di pubblicazione: 2017

Reperibilità: alta, sia online che in libreria








"C'era una volta, in un paese lontano lontano..."



Numero 1

"L'uccello d'oro"

Prima fiaba della raccolta, dove l'oggetto del desiderio è un uccello d'oro che ogni notte ruba una mela dall'albero posto nel giardino del re. Desideroso di scoprire chi sia il ladro delle mele, il re ordina ad ognuno dei suoi tre figli di fare la guardia all'albero per una notte. I due fratelli più grandi cedono al sonno, mentre il terzo riesce a portare al padre una piuma d'oro come prova. Preso dal desiderio di possedere un animale così unico, il re chiede ai suoi figli di partire, cercare l'uccello d'oro e portarglielo. Durante la strada tutti e tre i fratelli incontrano una volpe che dispensa saggi consigli, tuttavia il primogenito e il secondo fratello decidono di ignorarla, cadendo presto vittime dell'ozio e della baldoria. Il terzo fratello, in virtù del suo animo gentile, riesce ad ottenere un aiuto costante da parte della volpe, anche laddove la sua cocciutaggine lo fa cacciare nei guai più volte.

Infatti, per ottenere l'uccello d'oro e salvarsi da una condanna a morte, il terzo principe dovrà affrontare tre prove che prevedono il recupero di un cavallo d'oro, la conquista di una bellissima principessa in un castello d'oro e l'abbattimento di una montagna.

La fiaba si conclude con il consueto lieto fine, in cui chi è malvagio subirà una punizione esemplare e chi è vittima di un incantesimo riconquisterà la libertà...

Il tema dei tre fratelli in cui il primo è arrogante, il secondo un citrullo e il terzo il più mite e buono di tutti è molto ricorrente nelle fiabe e credo, secondo una mia personalissima teoria, che possa essere in qualche modo collegato ai racconti biblici. Il fatto che sia sempre l'ultimo figlio ad essere moralmente il migliore e ad avere spesso la benedizione del padre mi fa venire in mente la storia di Giuseppe e dei suoi fratelli, dove Giuseppe è il fratello più piccolo ed è il prescelto, mentre gli altri fratelli agiscono seguendo il loro egoismo e tradendolo. Per non parlare poi dell'elemento della mela, presente in moltissime fiabe a cominciare da Biancaneve, simbolo di conoscenza ma anche di tentazione. So che molti di voi storceranno il naso al sentir nominare la Bibbia, ma non dimentichiamoci che la cultura europea è pregna della morale cristiana, per cui quando si analizza una fiaba ci si deve fare sempre i conti, credenti o non. L'uccello d'oro in questo caso, assieme al cavallo e alla principessa, rappresenta l'oggetto del desiderio, in cui il re pone la sua brama di possesso e di ricchezza, rappresentata dall'oro, sentimenti che sono tipici dell'animo umano e per i quali bisogna prestare attenzione se non si vuole finire schiavi di essi.


Numero 2

"La guardiana delle oche"

Altra fiaba che ho amato moltissimo, dove la protagonista questa volta è una principessa, che deve separarsi dalla madre per raggiungere il suo promesso sposo. La madre le assegna una cameriera personale e insieme a vesti pregiate, oro e monili preziosi mette in un fazzoletto tre gocce del suo sangue e lo dona alla figlia come segno di protezione, raccomandandosi che essa porti il fazzoletto sempre con sé.

Già da subito sappiamo che la cameriera ha un atteggiamento indisponente e si mostra ben più forte della principessa dal cuore buono. La sfortuna vuole che la principessa perda questo fazzoletto e non godendo più della misteriosa protezione materna, ora è un bersaglio indifeso. La cameriera la costringe a scambiarsi con lei abiti e ruolo e giunta a destinazione si spaccia per la principessa, con l'obiettivo di sposare il figlio del re e di vivere così nel lusso.

La povera ragazza, costretta al silenzio dalle minacce dell'impostora, viene messa a fare la guardiana alle oche e trascorre così le sue giornate, portandole a pascolare e dando loro da mangiare.

Per assicurarsi che il suo piano non venga scoperto, la crudele cameriera ordina di far tagliare la testa a Falada, il magnifico cavallo della principessa con il dono della parola. Con un pizzico di astuzia e una dose di sempre presente buona sorte a bilanciare le cose, il re scoprirà l'inganno, la principessa riacquisterà il posto che le appartiene di diritto e la traditrice subirà una dolorosissima sconfitta...beh, a giudicare dal finale direi che dolorosa è dir poco...

La magia qui è palesemente un elemento importante all'interno di questa fiaba, a cominciare dalla madre della fanciulla. Non sappiamo se la regina sia esattamente una strega, una creatura fatata o altro, fatto sta che riesce ad esercitare un'aura di protezione verso la figlia attraverso il suo sangue, cosa che non è affatto inusuale a parer mio, perché il sangue, sopratutto quello femminile è sempre stato oggetto di culti e credenze magiche di ogni sorta, basti pensare al potere maligno che nel Medioevo veniva attribuito al mestruo. Anche qui è presente un animale che ha la capacità di parlare come un essere umano, per motivi diversi rispetto alla volpe della fiaba precedente, ma come essa aiuta la protagonista ad affrontare la sua peripezia.

Niente di meglio di questa fiaba per insegnare che bugie ed inganni prima o poi vengono sempre scoperti e che il malfattore diviene spesso fautore della sua stessa rovina.



Numero 3

"L'acqua della vita"

Una fiaba che mi ha conquistata già dal titolo. Qui ritorniamo ai famosi tre fratelli, che stavolta si imbarcano uno per volta in un'impresa decisamente più nobile: recuperare l'acqua della vita per somministrarla al loro padre morente.

Anche qui i primi due fratelli sono mossi dalla loro superbia e dalla bramosia di possesso, tanto che il primo agisce solo per assicurarsi che il padre gli lasci in eredità il regno, mentre il secondo non appena viene a sapere delle difficoltà incontrate dal primogenito spera che sia morto per divenire il primo nella linea di successione.

A punire superbia e malvagità ci pensa uno gnomo, che sa dove si trova l'acqua della vita, ma la indicherà solo a chi si dimostra puro di cuore.

E qui entra in gioco il nostro principe azzurro, che dovrà guadagnarsi la salvezza per il padre in un castello stregato, dov'è tenuta prigioniera la bella principessa...

Mi è sempre piaciuta questa fiaba per via dell'oggetto dei desideri in questione, non un gioiello, una spada, un animale parlante o un qualsiasi altro oggetto materiale, ma pura acqua. L'acqua infatti è il primo simbolo associato alla vita, un qualcosa che dona sollievo e purifica. Anche qui non ho potuto fare a meno di trovarci un paragone biblico. Il titolo stesso rimanda al versetto di Giovanni nell'Apocalisse, dove viene menzionata l'acqua della vita, identificata con lo Spirito Santo.

Nella fiaba l'acqua rappresenta il mezzo attraverso il quale il principe guarisce suo padre e molti altri bisognosi, la benedizione che scaccia via la malattia e garantisce la vita.

Ma tutti sappiamo che la semplice acqua, purtroppo, non basta a guarire qualcuno, quindi un alone magico deve pur averlo, no?


Numero 4

"Il Dottor Sò d'Ogni Cosa"

Questa è una fiaba davvero carina, breve ma divertente, basata tutta su fortuiti equivoci. Narra la storia di un contadino di nome Gambero, che desidererebbe molto diventare un dottore e un giorno chiede ad un uomo ospite nella sua locanda, un dottore per l'appunto, cosa dovesse fare per diventare come lui.

Il dottore gli risponde che gli sarebbe bastato comprare un abbecedario, degli abiti che gli dessero l'aspetto di un dottore e di inchiodare sulla porta di casa un cartello con su scritto "Sono il Dottor Sò d'Ogni Cosa".

Dopo qualche tempo il caso vuole che qualcuno chieda aiuto al nostro protagonista. In virtù del suo nome, che la dovrebbe dire lunga sulla sua presunta saggezza e astuzia, al Dottor Sò d'Ogni Cosa viene chiesto di smascherare tre ladri.

In realtà il lieto fine avviene non per le reali capacità del personaggio, ma semplicemente per pura buona sorte.

C'è da dire che la figura del dottore qui assume una vena da ciarlatano, dove basta vestirsi adeguatamente per assomigliare a qualcuno. Considerando che sono fiabe scritte nell'800 ma ambientate nel Medioevo la cosa non mi sorprende, anche se credo che qui il titolo di "dottore" non indichi propriamente un medico, ma un dotto, uno che conosce molte cose.


Numero 5

"Le scarpe che han ballato"

Una fiaba dal finale non proprio classico, ma che comunque ho deciso di inserire in questa top 5 perché mi ha sempre suscitato nella mente delle belle immagini, ogni volta che mi trovavo a leggerla.

Questa volta non abbiamo una sola principessa ma ben dodici, che ogni notte escono furtivamente dal loro castello per danzare fino alla mattina del giorno seguente e ritornare con le scarpe consumate.

Il loro padre, non sapendo con chi o dove le sue figlie ballassero ogni notte, ordina di far girare un bando che prometteva una di loro in sposa e l'intero regno a chiunque fosse riuscito a svelare il mistero, ma la pena di morte attendeva se il pretendente non ci fosse riuscito. Ovviamente molti principi morirono nell'impresa, fino a quando un soldato ormai in congedo viene a sapere della faccenda da una vecchia, la classica strega bianca, che gli dispensa consigli e gli dona un mantello invisibile per aiutarlo.

Tenendo fede alle parole della vecchia il soldato riesce a seguire le dodici ragazze e tra giardini incantati e un castello segreto scopre i dodici principi imprigionati in esso, con cui le principesse danzano ogni notte.

Qui la domanda sorge spontanea: perché dodici? Altro numero ricorrente nelle fiabe.

Ebbene vi fornisco una possibile risposta. Al numero dodici è associato il cambiamento, legato al passaggio dall'infanzia alla pubertà, ed implica per tale motivo anche gli ostacoli, le difficoltà e gli enigmi che l'individuo si trova a risolvere in questa delicata fase di vita. In molte culture, infatti, i riti di passaggio venivano effettuati ai ragazzi non appena compivano dodici anni e non a caso la maggior parte delle ragazzine tende ad avere le prime mestruazioni intorno a quegli anni e sappiamo tutti che in tempi passati un momento del genere significava per la fanciulla che presto si sarebbe dovuta sposare.

E' una delle poche fiabe dal finale insolito, dove il soldato viene ricompensato, ma chi è vittima dell'incantesimo non viene liberato e ciò che fa sembrare ancora più strana questa fiaba è il fatto che i fratelli Grimm non ci dicono nemmeno da dove vengano questi principi, chi abbia lanciato loro il sortilegio e perché, lasciando molto spazio all'immaginazione di chi legge o di chi ascolta.

Provate a trarre voi le vostre conclusioni!


Bene, miei cari lettori, questa top 5 termina qui. Vi sono piaciute le fiabe che ho citato? Ne conoscete anche voi qualcuna un pò meno famosa rispetto ad altre?

Fatemelo sapere qui sotto con un commento e sopratutto fatemi sapere se volete un'altra top o un altro articolo dedicato all'argomento.

Se siete interessati posso anche scrivere di fiabe non europee.

Per ora vi auguro una splendida serata e una dolce notte.

Un saluto e alla prossima!


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