top of page
  • Immagine del redattoreSelene_0309

Vi presento l'autore #1Emily Brontë

Aggiornamento: 28 apr 2020

Buonasera carissimi lettori,

per aggiungere contenuti ancora più interessanti delle sole recensioni ho deciso di pubblicare di tanto in tanto un articolo dedicato ad un autore specifico, dove si parlera’ degli aspetti importanti della sua biografia, cercando di relazionarli anche al romanzo (o romanzi) che ne hanno sancito il successo letterario e se le informazioni in mio possesso me lo permettono potrei aggiungere anche qualche piccola curiosità.

Come primo autore ho scelto Emily Brontë, autrice del grande capolavoro della letteratura inglese "Cime Tempestose".

Buona lettura a tutti!

Documentandomi sulla sua vita e sull'esito che ha avuto il suo romanzo posso affermarvi che la figura di Emily è stata a lungo oggetto di dicerie, malintesi e pettegolezzi, in virtù della sua famiglia e del suo animo che oggi definiremmo "esageratamente romantico", ma non romantico nel senso riduttivo che ha assunto oggi il termine, ovvero tradotto in cose come cenare a lume di candela o condividere post strappalacrime sui social, bensì significa avere una naturale tensione verso il sentimentalismo più puro (che non riguarda solo l'amore), verso il lato più passionale e travolgente della vita, una spiccata sensibilità verso la natura e l'interiorità dell'essere umano, che se da un lato possono sembrarci tutte cose positive, dall'altro producono inevitabilmente una malinconia sempre presente, come un sottile velo e un senso di nostalgia latente.

Questo approccio alla vita lo troviamo tranquillamente in Emily Brontë, così come lo ritroviamo in Goethe, nei poeti Byron, Keats e Shelley e così via, in moltissimi autori dell'Ottocento.





















Chi alle dieci del mattino non ha già fatto la metà del suo lavoro quotidiano, ha buone probabilità di non portare a termine anche l'altra metà.“ -Emily Jane Brontë


LA VITA

Emily Brönte nasce nel luglio del 1818 nello Yorkshire, in Inghilterra, da una famiglia composta dai fratelli, dalle sorelle Maria, Elizabeth, Charlotte ed Anne, dalla madre e dal reverendo Patrick Brontë, un uomo violento, tirannico con la moglie, oppressivo con le figlie e fervente pastore anglicano.

Emily cresce in un ambiente austero e rigido, isolata con le sue sorelle dal resto del mondo, in una casa di campagna attorniata da quella brughiera vasta e selvaggia che farà da cornice al suo romanzo. La sua educazione e’ imposta dal padre e comprende latino e tutte quelle arti femminili in cui una rispettabile donna del suo tempo doveva sapersi destreggiare.

La famiglia Brontë non gode di una salute ferrea, purtroppo, così nel 1825, un anno dopo che Emily entra insieme alle sue sorelle nella scuola per figlie di ecclesiastici Cowan Bridge, si ammalano di tisi le maggiori Maria ed Elizabeth, morendo entrambe poco tempo dopo. Le condizioni igieniche discutibili, l'ambiente così rigido, intriso di fervore religioso e talvolta di atteggiamenti violenti, sarà descritto molto bene da Charlotte nel suo "Jane Eyre". Dopo la morte delle prime due sorelle, il padre decise di richiamare a casa anche le altre, che fortunatamente si salvarono dall'epidemia scoppiata nella scuola, ma ne uscirono con una salute irrimediabilmente compromessa.

La tubercolosi è una malattia ricorrente nella vita di Emily e sarà anche presente nel suo capolavoro, affliggendo anche il personaggio di Catherine Ernshaw. C'è da dire che questa malattia, in virtù dei suoi sintomi particolari e della strana connotazione sentimentale che i contemporanei di Emily le diedero, esercitò un fascino ossessivamente morboso sia nei romantici che, in misura ancora maggiore, durante l'epoca vittoriana (a tal proposito vi lascerò sotto all'articolo il link ad un video molto interessante, vi consiglio davvero di guardarvelo).

Il talento letterario di Emily esplose molto precocemente, il tutto cominciò con un gioco inventato da Charlotte secondo il quale ognuna di loro doveva "far finta di avere un'isola ciascuno" e così inventare delle storie.

La creatività delle piccole Brontë venne acuita nel momento in cui il padre, un giorno, si presentò con una scatola contenente dei soldatini, che saranno poi tutti i cadetti e molti dei personaggi maschili presenti nelle opere di Emily, Anne e Charlotte.

Nel '38 Emily comincio’ a scrivere poesie e ad insegnare nella scuola di Law Hill dove, nonostante fosse attorniata da voci sul suo disordine e sul fatto che fosse una persona distratta, cercò di fronteggiare i duri orari di lavoro dalle sei del mattino fino alle dieci di sera, con una ricreazione di sola mezz'ora a metà giornata. Dopo sei mesi, però, ne uscì distrutta e torno’ a casa, dove si dedico’ alle faccende di casa e continuo’ a scrivere.

Fu grazie alla sorella Charlotte, quando un giorno trovo’ il suo quaderno, a spingerla a pubblicare i suoi scritti e fu così che nell'autunno del 1847 la fama letteraria di Emily venne avviata, pubblicando tutti i suoi scritti sotto lo pseudonimo di Ellis Bell.

Insieme alle altre due sorelle pubblica "Cime tempestose", Acton Bell (Anne Brontë) pubblica "Agnes Grey", mentre Currer Bell (Charlotte) pubblica il suo immenso "Jane Eyre".

Purtroppo l'anno successivo, la cara Emily si ammala di tubercolosi. La sua morte avvenne poco tempo dopo quella del fratello Branwell, che lasciò il mondo in seguito ad una crisi di delirium tremens, conseguenza dell'abuso di alcol e oppio.

Il modo in cui Emily visse la sua malattia circonda il mito che la sorella Charlotte le creò attorno, ovvero quello di una donna morigerata, dedita alle sue attività con zelo fino alla fine.

Nelle sue lettere, Charlotte Brontë, affermò che sua sorella rifiutò medicinali e riposo, continuando a scrivere il suo secondo romanzo (oggi perduto per sempre) e a fare le faccende di casa senza volere nessun aiuto, anche nei giorni in cui la malattia era ormai giunta ad uno stadio terminale.

Poco tempo dopo, Emily entrò in agonia e morì il 19 dicembre nel 1848, a soli trent'anni. Il mito attorno alla sua figura venne ulteriormente rafforzato dal fatto che morì vergine. Venne sepolta nella chiesa di St Michael and all Angels Church, ad Haworth, dove ancora oggi riposa.


LA POETICA E LE DICERIE

Emily Bronte ebbe vita breve, ma il suo io poetico e stilistico si basava su una fervente passione, che dapprima si manifestò nella poesia e successivamente esplose nella narrativa con il suo grande capolavoro.

Poco attratta dalle cose materiali, Emily possedeva uno spirito romantico molto forte, a detta sua "come se ci fosse un Dio nel mio petto", che le donava una visione intensa della vita e di tutto ciò che la circondava. Il suo spirito era così in sintonia con quella sensibilità verso la natura che vi avevo accennato prima, che durante le sue lunghe passeggiate nella brughiera Emily imparò da sola a prevedere i rovesci atmosferici e a riconoscere i sentieri sotto la neve, mentre oggi nessuno di noi saprebbe nemmeno che giorno è senza un aggeggio elettronico a suggerircelo.

Agli occhi degli altri, Emily apparve sempre come una persona algida, scontrosa e troppo sicura di sé, voce che venne alimentata ancora di più dalla sorella Charlotte, che a lungo difese il mito di Emily come sorella ribelle della famiglia, passionale e poco adatta alla quotidianità.

La sua reale e autentica visione del mondo, a discapito di come l'hanno sempre dipinta dopo la sua morte è molto positiva e la speranza della possibilità di rigenerazione dell'uomo, nonostante il male compiuto e subìto è sempre presente, come quando si aspetta la fine di un lungo inverno per godere del calore del sole estivo (almeno per gli amanti del mare, del sole e delle belle gite fuori porta come la sottoscritta, questa è un'affermazione sacra).


IL ROMANZO

Per quanto riguarda il romanzo "Cime tempestose", in esso è racchiusa tutta la visione della scrittrice inglese sull'essere umano. Nel 1848 il suo scritto venne considerato valido da un punto di vista narrativo, ma d'altro lato come un coacervo di selvaggi che si comportano ben più incivilmente degli uomini vissuti all'epoca di Omero e Heatcliff fu il personaggio che si attirò immediatamente la feroce critica degli editori, considerato un personaggio che incarnava ogni attributo del male, quale l'odio verso gli altri, l'inganno, la vendetta e la falsità.

Scandalizzò molto il fatto di vedere un romanzo intriso di così tanto furore e tanta passione, scritto dalla (in teoria) morigerata figlia di un pastore anglicano ma questa, miei cari lettori, era Emily Brontë, era il suo io più profondo e il suo personale tuffo nella coscienza umana, che tutti noi sappiamo essere la protagonista indiscussa di tutto il periodo del Romanticismo.

"Cime Tempestose" è pervaso da un senso di soffocamento e continua oppressione, in virtù della sua struttura narrativa. Gli eventi, infatti si svolgono soltanto all'interno della tenuta di Cime Tempestose oppure a Thrushcross Grange, la tenuta di Edgar Linton, l'uomo che poi Catherine sceglierà di sposare. Già da questo percepiamo il senso di forte limitazione e di isolamento che pervade la vita dei personaggi, che non si addentrano nelle città limitrofe o nei paesi nemmeno in una singola pagina.

Il tutto contornato da questa enorme brughiera costantemente battuta dal vento e dalle tempeste, dove l'erica cresce forte e resistente tra le rocce, nonostante la violenza delle intemperie.

Anche i nomi contribuiscono a darci un senso di claustrofobia, perché si ripetono ciclicamente: Catherine Ernshaw si chiama anche Catherine Linton dopo il suo matrimonio, ma Catherine Linton è anche la figlia che Catherine Ernshaw dà alla luce prima di morire. Heatcliff è il protagonista maschile, ma Heatcliff è anche il nome del figlio di Isabella Linton, sorella di Edgar e così via per tutta la genealogia dei personaggi, ad eccezione di Ellen Dean, la cameriera, il signor Lockwood, che costituisce il pretesto narrativo che dà il via alla narrazione di tutte le vicende e Zillah, un'altro personaggio secondario.

Quella tra Heatcliff e Catherine è una storia più di passione che di amore, in cui si distruggono e si odiano a vicenda, anche se il loro è un legame autentico e molto forte, talmente forte che sembra sopravvivere a tutto, persino di fronte alla morte...

Un romanzo, quello di Emily, che è stato rivalutato dopo la morte dell’autrice e nel pieno dell’epoca vittoriana ne è stato riconosciuto quel valore che la società puritana e bigotta che la attorniava si era rifiutata di concedere, un romanzo che ci mostra il vero volto di questa scrittrice unica nel suo genere e, come tutti i più grandi scrittori di tutti i tempi, terribilmente fraintesa, sopratutto nella sua persona sensibile, laboriosa e forte.


Bene, miei cari lettori, per stasera e’ tutto.

spero che l’articolo vi sia piaciuto. Se avete un autore di cui vorreste leggere fatemelo sapere con un commento qua sotto oppure in direct nel mio nuovo profilo Instagram ilgiardinodiselene_blog. Vi auguro una dolce serata e...al prossimo articolo, vi aspetto!


(ecco qui il link al video che vi ho accennato. Se volete sapere delle interessanti curiosità sull’epoca vittoriana dateci un’occhiata😉 https://youtu.be/JteDq8u_5M4)

















19 visualizzazioni2 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page